Nel periodo in cui vissi in Israele/Palestina ebbi modo di parlare con un rabbino.
Mi spiegò quello che era la filosofia che sostiene di base il popolo ebraico della Bibbia.
La Bibbia è fare memoria: uno scrivere ricordando; un leggere ricordando; un vivere ricordando.
L’uomo che vive solo il suo presente, vive in un solo punto e ha infinite direzioni da prendere. Il presente è l’unico attimo di libertà assoluta. Un attimo! Subito dopo è già passato e non può più modificare il passato. Ma anche solo un attimo prima è già futuro imprevedibile e sconosciuto.
In geometria piana per un punto passano infinite rette, ma per due punti ne passa una e una sola.
Ma se l’uomo fa memoria del suo passato trova dei punti fissi nella sua vita ed allora per due punti passa una ed una sola retta. Non conosce il suo futuro, ma ha una direzione.
La Bibbia fa questo. Racconta e ricorda dei punti fissi nel passato e come si sono formati. Racconta delle difficoltà e delle vicende umane che, con tutte le sue forze e debolezze, hanno determinato questi punti fissi. Ci si muove allora come nel canottaggio dove, per andare avanti, gli atleti remano guardando indietro, mostrando la schiena alla meta con lo sguardo fisso sulla strada fatta.
Il matrimonio è il giorno più bello, il più importante. Talmente bello ed importante che fino ad oggi avete vissuto guardando avanti, da oggi vivrete guardando indietro, guardando a questo giorno.
Si dice che l’amore sia guardare entrambi nella stessa direzione. Io credo sia proprio questa la direzione.